Diario Campagna di Russia IV (25 giugno / 8 luglio 1942)

Fino all’arrivo al fronte sul Don riporto le cartine del percorso. Sono state disegnate da babbo ricavandole dagli schizzi del diario. Non indico le date di attraversamento delle singole località né dettaglio i relativi avvenimenti, sono comunque tutte annotazioni disponibili nel diario che è stato pubblicato (chi lo desidera trova qui informazioni per l’acquisto). La grafia dei nomi è quella delle carte e dei cartelli stradali tedeschi di allora.

Il reparto marcia attraverso i luoghi dove si sono svolte violentissime battaglie nei pressi di Charkov. Sono gli stessi luoghi dove in questi giorni del 2022 si sta combattendo tra Russi ed Ucraini. Le truppe tedesche stanno avanzando, combattendo, poco oltre quelle italiane, che quindi, fino all’arrivo al fronte, percorrono territori in mano ai Tedeschi. I nostri soldati vedono colonne sterminate di prigionieri russi e di civili fuggiaschi. Villaggi bruciati, con le donne che impastano l’argilla per ricostruire i camini e intrecciano la paglia per rifare i tetti delle isbe. Carcasse di carri armati a centinaia. Trincee abbandonate dai Russi, elmetti, fucili, munizioni. Un tremendo fetore di soldati e cavalli sotterrati alla meno peggio. I nostri soldati avanzano faticosamente a piedi sotto il sole cocente dell’estate ucraina, mentre vengono superati dalle colonne motorizzate tedesche. Non un tedesco a piedi. Giungono notizie frammentarie ed incontrollate che i Tedeschi siano alle porte di Mosca, che i Russi avrebbero rotto il fronte. Capita loro di vedere anche scene pacifiche, un coro di ragazze, donne in vestiti variopinti che rivoltano il fieno nei pressi di un mulino a vento. Sterminate colline d’erba, mai un bosco, stradoni polverosi o fangosi.

Mentre con i compagni babbo marcia quindi verso il Don, riprendo le sue vicende anteguerra interrotte alla fine del secondo capitolo. A 16 anni fa l’emigrato al contrario: lascia la famiglia in Svizzera e approda a Milano, anche per far contento mio nonno Alberto, che voleva imparasse l’italiano ed il dialetto comasco. Si ritrova così nel 1936 a fare l’operaio alla Fiat e poi il disegnatore meccanico all’ Alfa Romeo. Il futuro gli riserva altro. Il 20 marzo del ’40 viene chiamato alle armi. Quel giorno conosce un coetaneo milanese, Luigi Robbiati. Loro non lo sanno, ma diverranno amici per la pelle, passeranno insieme i successivi sei anni. Vengono assegnati al III Battaglione Mortai da 81 della Divisione Ravenna di stanza ad Alessandria. Partiranno insieme per la Russia e torneranno dalla prigionia in Germania nel ’45 sulla stessa tradotta. La loro amicizia continuerà immutata negli anni fino alla morte di Luigi.

Dimenticati dal mondo

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