L’Armata è annientata. I superstiti si sentono “come i soldati di Napoleone, battuti, nudi e affamati. Con dentro l’illusione e la speranza del sole d’Italia.”
Sempre a piedi, con marce estenuanti, per sfuggire ai carri russi che tentano di accerchiarli, superano Stalino (Donetsk).
Passano il Dniepr sulla diga di Saporoshje (Zaporižžja,) dove oggi si trova la tristemente famosa centrale atomica. La fame , il freddo ed i pidocchi si sommano all’incertezza di quel che riserverà il futuro. Finalmente vengono caricati su una tradotta, superano Kiev ed entrano in Bielorussia fin nei pressi di Gomel.
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