Ricordi in grigioverde


 L’autore, nasce, da emigrati italiani, a Solothurn nella Svizzera tedesca.
 A 16 anni, nel 1936, torna in Italia per lavorare e imparare l’italiano.
 Nel ’40 è chiamato alle armi nel  3° plotone della 3a Compagnia del III Btg. Mortai da 81 della Divisione Ravenna. Allo scoppio della guerra è sul fronte occidentale e nel giugno del ’42, a 22 anni appena compiuti, viene spedito in Russia con l’ARMIR.
 È tra i fortunati che sono riusciti a tornare indenni  in Italia dall’inferno del Don. Il suo reparto l’8 settembre del ’43 si dissolve in Toscana, a Pienza. Pochi giorni dopo viene catturato delle SS a Reggio Emilia e deportato sul Baltico.
 Nell’inverno del 44/45 i prigionieri dello Stalag XXB affrontano una tragica marcia di 900 km nella neve lungo il Baltico verso occidente con i Russi alle calcagna.

 Della campagna di Russia aveva tenuto un diario: “Dimenticati dal mondo”, pubblicato postumo nel 2019. Questa è il suo secondo manoscritto che viene pubblicato. Si tratta di alcuni racconti scritti quarant’anni dopo il diario, che riguardano il periodo bellico fino al ’45.
 Queste sue poche righe precedono il manoscritto:
“Racconti del tempo di guerra, senza vittorie, senza gloria, e senza eroi.
 Storie di sacrifici, di assurdità, di spensieratezza e di pidocchi.
 Cari ricordi di compagni d’arme e di prigionia.
 Certamente la memoria mi ha giocato qualche brutto tiro. Sono passati quarant’anni da allora; ma i nomi dei luoghi e delle persone sono quelli veri. E le date sono giuste.
 Ho inventato solo il nome del “Figlio di papà”, perché proprio non me lo ricordo.”

Ricordi in grigioverde

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