Diario Campagna di Russia I

Venerdì 12 giugno 1942, esattamente ottant’anni fa, mio babbo Armando inizia un diario per appuntare “le impressioni della guerra e del viaggio”. Quel giorno compie 22 anni. Il diario è in tedesco, sua madrelingua, e soltanto dopo 40 anni lo tradurrà in italiano. Questa è la breve introduzione che scrisse in quell’occasione:
“Quarant’anni fa i casi della vita mi hanno condotto in Russia. Gratis. Tutto a spese del Governo Italiano. Ero sergente da poche settimane. Comandavo una squadra del 3° plotone della 3a Compagnia del III Btg. Mortai da 81 della Divisione Ravenna. Perciò ero uno dei 220.000 dell’ARMIR (Armata Italiana in Russia), mandati laggiù coi fucili ’91 e le fasce mollettiere a far la fine che tutti sanno.
Ero uno di quegli sciagurati che hanno fatto la “Ritirata di Russia”. Dicono e scrivono che sia stato uno degli episodi più spaventosi della 2a guerra mondiale, anche per il gran freddo che faceva. Forse è così.
Comunque, non so come, sono riuscito a tornare in Italia. Qui è doveroso un grazie alla magnifica gente dell’Ucraina, che ci ha aiutati in tutti i modi, spesso anche a rischio della vita. Non li dimenticherò mai.
Qualche mese più tardi ho cominciato una lunga convalescenza sul Baltico, stavolta a spese del Terzo Reich. I Tedeschi non potevano soffrire che fossimo rimasti fedeli a Badoglio. Figurarsi. A Badoglio!
Altra marcia di 900 km, sempre in pieno inverno, sempre coi Russi dietro al sedere.
Fra l’una e l’altra di queste gite ho conosciuto la maestrina di Marsiliana. Il resto è dimenticato, o quasi.

Sono molto affezionato a questo libretto, perché nella ritirata mi ha aiutato più di una volta a ritrovare la strada, specialmente quando ero solo o con pochi compagni (di gita) nella steppa che divide il Don dal Donez.
Perché lo traduco?
Non certo per pubblicarlo.
Lo dedico alla maestrina della Marsiliana. E per lei, si sa, il  tedesco è una lingua straniera.
E infine: lo traduco perché una esperienza non vada del tutto perduta.”

Mio babbo non ha mai voluto pubblicare il suo diario di guerra. Una volta mi ha detto «quando non ci sarò più, potrai farne quel che vorrai». Dopo la sua scomparsa, ho pensato a lungo al da farsi, poi ho deciso che non potevo lasciare che andasse persa la sua testimonianza di una tale tragica odissea.
L’ho pubblicato prima come e-book e poi in versione cartacea.
Ora ho deciso, visto l’ottantesimo anno da quegli avvenimenti e che gli eventi salienti riportati nel diario si svolgono nelle stesse zone dalla guerra in corso in Ucraina, di scrivere nel mio blog un qualcosa, non so bene ancora in quale forma, che riproponga lo svolgersi del diario e di quei tragici avvenimenti.

Diario Campagna di Russia II (12 / 15 giugno 1942)

Dimenticati dal mondo

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